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  • Immagine del redattoreFabio Albanese

Ezio Bosso, l'uomo che comunicava con la musica

Aggiornamento: 17 mag 2020

Conviveva dal 2011 con una malattia neurodegenerativa diagnosticata dopo l'intervento per un tumore al cervello avvenuta lo stesso anno. L'aveva combattuta sempre col sorriso, senza mai smettere di comporre, di suonare e di dirigere. Amava la vita, i suoi musicisti, il pubblico, ed era ampiamente ricambiato. Il suo modo di comunicare era semplice, sincero, sempre positivo.


Aveva la dote del leader, di chi non ha bisogno di simboli per imporre la sua personalità e il suo talento e non si negava a nessuno. Gli avevo scritto un messaggio qualche tempo fa, con mia sorpresa mi aveva risposto subito, ringraziandomi, facendomi sentire che lui "c'era". Ezio Bosso c'era sempre, per tutti, e il suo modo di comunicare arrivava dritta ai cuori.


Nel 2016 era stato ospite d'onore al Festival di Sanremo, entusiasta di poter raccontare la musica al grande pubblico. Lui, che era un grande compositore e maestro d'orchestra, parlò di musica con una semplicità disarmante, con profonda sincerità e passione. E dopo le parole, si "arrampico" sullo sgabello del piano per comporre "following a bird", una sua composizione. Al termine ci fu la standing ovation, come capitava in tutto il mondo quando si esibiva.


Un grande uomo, che avrebbe potuto alzarsi su un piedistallo, aumentare le distanze, utilizzare il "potere" che il talento gli aveva concesso. Niente di tutto questo. Ezio Bosso aveva una missione, comunicare la musica a tutti, soprattutto a chi non ne sapeva nulla. Andava nelle scuole a parlare di musica, anche a dimostrare che la disabilità significa davvero essere "diversamente abile".


Diceva "La musica, come la vita, si può fare solo in un modo. Insieme".


Il video della sua partecipazione a Sanremo 2016 https://www.dailymotion.com/video/x3rioee


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